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Rtorrent è un ottimo e leggerissimo client torrent a riga di comando, ideale per hardware datato o per un media center.


rTorrent è un client a riga di comando per scaricare file e programmi utilizzando la rete BitTorrent.

Anche se dotato "solo" di interfaccia a riga di comando Rtorrent è comunque semplice da utilizzare anche per i meno esperti.

Rtorrent è un client testuale per il filesharing torrent.

E' poco esigente e può essere usato con ottimi risultati in macchine datate o poco performanti e soprattutto in sistemi in cui non è presente X.

Rtorrent è un ottimo e leggerissimo client torrent a riga di comando, ideale per hardware datato o per un media center.


Installazione.
Nella homepage del progetto sono presenti i link a numerose versioni già pacchettizzate per le più diffuse distribuzioni linux.

Ma per alcune distribuzioni è comunque possibile una procedura tramite il gestore di pacchetti relativo.

In Debian e derivate rtorrent si trova nei repository e lo si può installare con il comando

# apt-get install rtorrent

Configurazione.
Prima di avviare l'applicazione è bene creare nella propria home, usando l'editor di testo preferito, il file .rtorrent.rc di configurazione che definirà le impostazioni di default
$ vim ~/.rtorrent.rc
Un modello di questo file è il seguente
# Numero di nodi a cui connettersi per ogni torrent in download
min_peers = 40
max_peers = 1000
# Numero di nodi a cui connettersi per ogni torrent completato
# (-1 = stesso valore impostato per i torrent in download)
min_peers_seed = 10
max_peers_seed = 50
# Numero massimo di upload simultanei
max_uploads = 10
# Soglie di download e upload massimo. 0 per nessun limite
download_rate = 0
upload_rate = 16

Downloads.
# Directory per il salvataggio dei file scaricati
directory = /media/torrent/
# Sessione di default.
# session = ./session
# Tiene sotto controllo alcune cartelle per avviare nuovi torrent presenti
# e bloccare quelli che da quella cartella sono stati eliminati
schedule = watch_directory,5,5,load_start=/home/torrent/Torrent_Watch/*.torrent
#schedule = untied_directory,5,5,stop_untied=
# Ferma i torrent se non c'è abbastanza spazio
#schedule = low_diskspace,5,60,close_low_diskspace=100M
# Ferma il download al raggiungimento di determinate soglie quali
# ad esempio la quantità di Byte trasmessi e il rapporto di upload
# esempio: stop con rapporto 2.0 e 200 MB di upload
#schedule = ratio,60,60,stop_on_ratio=200,200M,2000
# ip indicato al traker
#ip = 127.0.0.1
#ip = rakshasa.no
# ip della macchina su cui è attivo rtorrent
#bind = 127.0.0.1
#bind = rakshasa.no
# Intervallo di porte per la comunicazione
port_range = 6890-6999
# Possibilità di usare porte random all'interno dell'intervallo specificato
port_random = yes


# Verifica l'hash per i torrent scaricati
#check_hash = no
# Permetti l'uso di traker udp
use_udp_trackers = yes
Ora si può avviare l'applicazione scrivendo nel terminale il comando:
$ rtorrent

Comandi
L'interfaccia testuale di rtorrent è piuttosto spartana e va governata tramite scorciatoie da tastiera. Eccone un breve elenco, la lista integrale è presente nella man page dell'applicazione:
a/s/d: aumenta l'upload massimo di 1/5/50 KB
z/x/c: diminuisce l'upload massimo di 1/5/50 KB
A/S/D: aumenta il download massimo di 1/5/50 KB
Z/X/C: diminuisce il download massimo di 1/5/50 KB
freccia su/giù: seleziona/deseleziona il file di download oppure le voci di informazione
freccia destra/sinistra: entra/esce nei menu di informazione reletivi al file selezionato
1-7: scorre le tab del programma; nell'ordine main, name, started, stopped, complete, incomplete,

hashing
ctrl+s: avvia un download
ctrl+d: ferma un download oppure rimuovi un download già bloccato
ctrl+r: hash di un torrent
invio: specifica il percorso di un seed da aggiungere alla coda di download
l: tab del log. Barraspazio per uscirne
ctrl+q: Esci

Gestione via ssh con GNU Screen.
Se si volesse gestire rtorrent via ssh è necessaria l'installazione del pacchetto GNU Screen per evitare che alla chiusura della sessione tutte le applicazioni lanciate al suo interno siano terminate.
Con screen sarà possibile aprire una sessione di terminale specifica per rtorrent e metterla in background evitando la chiusura del programma al termine della sessione ssh.
In Debian e derivate screen si trova nei repository

# apt-get install screen

Per avviare rtorrent in una sessione screen si dia il comando:

$ screen rtorrent

Per sganciare la sessione e tornare al prompt senza chiudere il programma si usi la combinazione ctrl+a e poi d: la sessione andrà in background e si ritornerà alla normale sessione ssh che può essere terminata con exit senza influire sul funzionamento di quanto è attivo in screen. Se si volesse recuperare quella sessione, che nel nostro caso contiene rtorrent, si riacceda alla macchina via ssh e si recuperi con:

$ screen -r



Download:

Ultima versione stabile rilasciata:


Screenshots.

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fonte: Ubuntulandia

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La storia dei linguaggi di programmazione: da Fortran a Javascript. [Infografica].


linguaggi-programmazioneIn informatica, un linguaggio di programmazione è un linguaggio formale, dotato (al pari di un qualsiasi linguaggio naturale) di un lessico, di una sintassi e di una semantica ben definiti, utilizzabile per il controllo del comportamento di una macchina formale o di una implementazione di essa (tipicamente, un computer) ovvero per la programmazione di questa attraverso la scrittura di un programma sotto forma di codice. Condizione sufficiente per un linguaggio per essere considerato un linguaggio di programmazione è l'essere Turing-completo.

Il primo linguaggio di programmazione della storia, se si esclude il linguaggio meccanico adoperato da Ada Lovelace per la programmazione della macchina di Charles Babbage, è a rigor di termini il Plankalkül di Konrad Zuse, sviluppato da lui nella Svizzera neutrale durante la seconda guerra mondiale e pubblicato nel 1946. Plankalkül non venne mai realmente usato per programmare.

La programmazione dei primi elaboratori veniva fatta invece in short code, da cui poi si è evoluto l'assembly, che costituisce una rappresentazione simbolica del linguaggio macchina. La sola forma di controllo di flusso è l'istruzione di salto condizionato, che porta a scrivere programmi molto difficili da seguire logicamente per via dei continui salti da un punto all'altro del codice.

La maggior parte dei linguaggi di programmazione successivi cercarono di astrarsi da tale livello basilare, dando la possibilità di rappresentare strutture dati e strutture di controllo più generali e più vicine alla maniera (umana) di rappresentare i termini dei problemi per i quali ci si prefigge di scrivere programmi. Tra i primi linguaggi ad alto livello a raggiungere una certa popolarità ci fu il Fortran, creato nel 1957 da John Backus, da cui derivò successivamente il BASIC (1964): oltre al salto condizionato, reso con l'istruzione IF, questa nuova generazione di linguaggi introduce nuove strutture di controllo di flusso come i cicli WHILE e FOR e le istruzioni CASE e SWITCH: in questo modo diminuisce molto il ricorso alle istruzioni di salto (GOTO), cosa che rende il codice più chiaro ed elegante, e quindi di più facile manutenzione.

Dopo la comparsa del Fortran nacquero una serie di altri linguaggi di programmazione storici, che implementarono una serie di idee e paradigmi innovativi: i più importanti sono l'ALGOL (1960) e il Lisp (1959). Tutti i linguaggi di programmazione oggi esistenti possono essere considerati discendenti da uno o più di questi primi linguaggi, di cui mutuano molti concetti di base; l'ultimo grande progenitore dei linguaggi moderni fu il Simula (1967), che introdusse per primo il concetto (allora appena abbozzato) di oggetto software.

Nel 1970 Niklaus Wirth pubblica il Pascal, il primo linguaggio strutturato, a scopo didattico; nel 1972 dal BCPL nascono prima il B (rapidamente dimenticato) e poi il C, che invece fu fin dall'inizio un grande successo. Nello stesso anno compare anche il Prolog, finora il principale esempio di linguaggio logico, che pur non essendo di norma utilizzato per lo sviluppo industriale del software (a causa della sua inefficienza) rappresenta una possibilità teorica estremamente affascinante.
Con i primi mini e microcomputer e le ricerche a Palo Alto, nel 1983 vede la luce Smalltalk, il primo linguaggio realmente e completamente ad oggetti, che si ispira al Simula e al Lisp: oltre a essere in uso tutt'oggi in determinati settori, Smalltalk viene ricordato per l'influenza enorme che ha esercitato sulla storia dei linguaggi di programmazione, introducendo il paradigma object-oriented nella sua prima incarnazione matura. Esempi di linguaggi object-oriented odierni sono Eiffel (1986), C++ (che esce nello stesso anno di Eiffel) e successivamente Java, classe 1995.
 

http://www.marcobruni.info/wp-content/uploads/2011/07/storia-dei-linguaggi-di-programmazione.png

fonte: Ubuntulandia

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Una rivoluzione in quattro parole: "Ti mando un'e-mail". [Infografica].


emailUna rivoluzione in quattro parole: "Ti mando un'e-mail".

E' la rivoluzione della chiocciola. Dagli armi Novanta c'é stata una grande enfasi attorno a Internet, che è senz'altro una cosa bella e grande, ma che é anche provvista di un'identità un po' troppo smargiassa.

Un cospicuo apparato formale, tenuto in piedi da nuove figure professionali, come quella dei "web designer", dai ritmi di lavoro e dalle condizioni di vita a volte disperanti: ma anche un'immane labirinto fatto di scatole vuote, dette sintomaticamente "siti", che ingenerano l'ansia di essere riempite. E' per questo horror vacui che la frase simbolo di Internet é "trovare i contenuti". Il sito è sul piano di Internet ciò che l'"evento" é sul piano del mondo reale: un'organizzazione del vuoto che reclama qualcosa che voglia rimbombarci dentro.

E così Internet si pone perlopiù come un esperimento di vetrinismo planetario.

Il vero evento della rivoluzione è però la posta elettronica, che anche nella sua relativa inappariscenza conferma il suo carattere discreto. Internet è Ollio, l'e-mail é Stanlio.
Fin da pochi anni dopo la sua nascita la posta elettronica ha cominciato a manifestare le sue proprie malattie e disfunzioni: i mali esentematici dello spam e dei virus, le maggiori velocità e intrusività conferite alla stupidità e alla malignità umane. Se uno ha un indirizzo e-mail pubblico la percentuale di messaggi appropriati e opportuni che riceve scende ogni momento di qualche frazione di punto. Oggi come oggi l'esperienza personale fissa tale percentuale al quindici per cento, e il resto è spazzatura o inezia: quell'ammontare di materia inerte, ma potenzialmente pericolosa e attualmente fastidiosa che il gergo milanese chiama efficacemente "fuffa". Contro la fuffa occorre dotarsi di santa pazienza e di un buon filtro anti-spam, che però ogni tanto si mangerà misteriosamente messaggi personali importantissimi.

Ma aldilà delle patologie resta il fatto che per utilità e diffusione la posta elettronica è la maggiore invenzione umana del nostro tempo. Sarebbe stucchevole ancor più che futile elencare un'altra volta i suoi vantaggi: la possibilità di contatti internazionali comodi, frequenti e gratuiti, la maggiore circolazione di idee che ne deriva, il brusco ridimensionamento della necessità di usare il petulante telefono e il farraginoso fax e in generale la certezza di poter entrare in contatto pressoché con chiunque senza rompergli le delicate palle. La discrezione, appunto.

La rivoluzione vera e propria riguarda la scrittura. A scuola fanno scrivere parecchio, e in un modo o nell'altro si finisce per imparare a tenere la penna in mano. Per scrivere cosa? Il tema, il penso, la tesina molto spesso restano al livello dell'esercizio: ci si rivolge a un professore che è supposto sapere (da prima e meglio) quel che leggerà e non è semplice convincere gli studenti che in realtà si stanno rivolgendo a un pubblico virtuale, e che il professore non è il destinatario ma l'osservatore di questa comunicazione. Chi impara a scrivere dovrebbe sentirsi come un attore che si rivolge a una platea buia, potenzialmente gremita o totalmente deserta: non è una buona scusa per rivolgersi esclusivamente al regista. Ma di fatto viene sempre istintivo rivolgersi a un destinatario preciso, noto o meno noto che sia.

Che si fosse imparato a organizzare un testo o no, con destinatario personale o impersonale, fuori dalla scuola la scrittura diventava un oggetto misterioso. Prima dell'e-mail le occasioni non scolastiche di praticarla non erano poi frequenti, salvo per chi scriveva per mestiere: ed era un gran peccato, perché chiunque ha un contatto via e-mail con un pubblico vasto oggi sa che esiste un mucchio di gente che ama scrivere e lo fa bene. Gente che prima aveva di rado il tempo e la voglia di prende carta, penna, busta, francobolli, e che ora ha trovato il mezzo giusto per dedicare il giusto tempo ai piaceri sociali donati dall'alfabeto (e dall'alfabetizzazione), con l'agio di rivolgersi a uno o più destinatari scelti.

Occorrerebbe studiare bene la differenza fra il tipo di scritture che si trovano nei forum (altro nome che ricorda il vuoto) pubblici di Internet e quelle che invece viaggiano via e-mail. L'intervento pubblico scatena una folcloristica gamma espressiva che è l'analogo (per iscritto) delle forme di comunicazione da assemblea di condominio: sarcasmo, insolenza, iattanza, sconforto veicolati con spreco di maiuscole ed esclamativi, destrutturazione sintattica, tendenza epidemica all'interiezione. L'e-mail invece invita (mediamente) al carattere minuscolo, a una strutturazione più articolata della comunicazione, a un'interlocuzione nel complesso migliore.

L'e-mail ha cambiato molte cose: soprattutto ha dato una possibilità inedita di rapporto fra i mass-media e i loro utenti, trasformando radicalmente l'interazione del pubblico con giornali, radio e televisione. Ha inoltre messo in contatto persone abituate a lavorare singolarmente e a scornarsi con problemi che messi in rete vengono risolti facilmente. La richiesta di un aiuto a un amico, può innescare una reazione a catena che a volte si conclude in capo a poche ore con una risposta dal maggior esperto mondiale del problema (è una felice esperienza personale).

A fronte di queste festose opportunità c'è naturalmente il cumulo spaventoso di e-mail a cui rispondere: non ce la si fa e i mittenti giustamente si offendono. L'e-mail, così umile e discreta, sotto sotto pensa di noi che parallelamente alle nostre ventiquattro ore nel mondo reale - in cui dormiamo, leggiamo, lavoriamo, andiamo a trovare i nostri parenti, facciamo da mangiare, accompagniamo i figli a scuola - ci sono altre ventiquattro ore che viviamo come titolari di uno o più account di posta elettronica. La chiocciola, malgrado le inoffensive apparenze, ha su di noi delle ambizioni tiranniche.

Il nostro problema è riuscire a saltare tempestivamente da un piano parallelo all'altro, dalle ventiquattro ore in cui siamo mariti, mogli, figli, amanti, padri, madri a quelle in cui siamo lavoratori, a quelle in cui siamo cittadini, automobilisti, contribuenti fiscali, a quelle in cui appunto siamo titolari di una casella postale elettronica. Ognuna delle cose che facciamo è una attività a tempo pieno, e comprimendo tutti questi tempi dentro alle ventiquattro ore del tempo reale si ottiene quel patchwork che è la risultante delle nostre identità multiple. Picasso aveva ragione!

Di questa condizione umana, fibrillata ed estenuante, l'e-mail costituisce simultaneamente il mezzo espressivo più adeguato e l'immagine più fedele. Come unità (nel micro) è veloce, impegnativa e assieme sbrigativa; come fenomeno generale (nel macro) dà una rappresentazione della contemporaneità.

Che ci dica "Enlarge your penis", che ci mostri la fotografia di un neonato figlio di amici, che ci voglia preoccupare per le sorti del pianeta o per quelle di una piccina affetta da rarissima malattia, che ci mandi a quel paese, che ci annunci un'offerta commerciale, che ci inviti a una festa che ci metta in ansia o ci dia una buona notizia, che ci giri l'ultima barzelletta o l'ultimo stupidario, che ci faccia rientrare in contatto con una persona persa di vista da decenni, che ci ammannisca le insistenze di un seccatore, che ci faccia arrivare una valanga di lavoro, che ci parli d'amore o d'umore, checché ce ne dica la posta elettronica ci offre quotidianamente quella parte dell'entropia del mondo che è a ognuno di noi singolarmente dedicata. E ce la offre nel formato con cui possiamo servircene, archiviarla o disfarcene più facilmente, e a costo zero.
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La revolución del email [Infografía]
fonte: Ubuntulandia

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10 editori di testo per Ubuntu 12.10 “Quantal Quetzal”.

1.- LyX document processor con interfaccia grafica per elaborare testi.

LyX è un software libero con interfaccia grafica per elaborare testi. Viene descritto dagli sviluppatori non come un word processor ma come un document processor in quanto permette di concentrarsi sulla struttura del testo invece che sul suo layout.

La fase di stampa viene gestita producendo codice LATEX, con il quale è possibile una stampa di qualità elevata. Gli sviluppatori ci tengono a sottolineare che si tratta di un editore WYSIWYM (What You See Is What You Mean) e non WYSIWYG (What You See Is What You Get).

È particolarmente adatto all'elaborazione di testi scientifici, ma recentemente si sta diffondendo in ambito umanistico e in generale accademico, grazie anche alla possibilità di gestire database bibliografici (attraverso BibTeX), ed è spesso usato per la scrittura di romanzi, specialmente eBook

Scheda completa e istruzioni per il download in questa pagina
2.- Medit editor di testo alternativo semplice e leggero.
medit
Medit è un editor di testo semplice e leggero, alternativo ai più famosi Kate e Gedit.
È un programma multipiattaforma scritto utilizzando le librerie GTK, quindi per Gnome, però funziona bene anche con gli altri ambienti grafici.

Medit è particolarmente indicato per la programmazione e riconosce la sintassi di vari linguaggi tra i quali C, C++, Java, JavaScript, Pascal, PHP, Python, Ruby, HTML, LaTeX e altri ancora.

Offre un ambiente di lavoro semplice e leggero che comprende, tra le varie cose, un terminale ed una colonna espandibile per navigare velocemente nelle varie cartelle.

Scheda completa e istruzioni per il download in questa pagina
 
3.- MlView è un editor XML scritto in C ++ fortemente basato sulle gtkmm e le librerie di GNOME.

Gli autori hanno cercato di scrivere i principi generali di progettazione del progetto perché ritengono che cogliere il quadro d'insieme ci aiuta a comprendere il codice.

Un'altra cosa importante da notare è che questo documento sia stato scritto in DocBook con MlView stessa.

L'editor MlView può quindi essere visto come un contenitore di opinioni e documenti. Ogni vista può essere "collegata" ad un modello di documento.

Quando una questione di vista modifica un modello di documento, questo modello emette dei segnali per riflettere il suo nuovo stato
 
Scheda completa e istruzioni per il download in questa pagina
 
4.- Mousepad le Xfce oriented text editor .
Xfce dispone del programma mousepad, un ottimo editor di testo integrato all'interno dell'ambiente grafico.
 
Per avviare mousepad:

  • Dal menù Applicazioni -> Accessori -> Mousepad
  • Da un terminale (Applicazioni -> Accessori -> Terminale) digitare:
    mousepad

Per aprire un file direttamente all'avvio di mousepad, da un terminale digitare:
mousepad /percorso/al/file

Scheda completa e istruzioni per il download in questa pagina




  5.- Minimum Profit editor di testo open source per programmatori.

Nuovo editor di testo open source per programmatori.




Caratteristiche:
* Più file possono essere modificati allo stesso tempo copiati in blocco.
* L'evidenziazione della sintassi per molte lingue popolari formati di file: C, C + +, Perl, Shell Scripts, Ruby, Php, SQL, Python, HTML... Gli script di shell Perl, Ruby, PHP, SQL, Python, HTML *
* Più file possono essereUso creativo dei tag: i tag creati dal programma di utilità esterne
* I tag sono visivamente evidenziato (sottolineato),
* Il completamento simbolo può essere attivato per evitare di digitare la propria funzione. * Testo modelli possono essere facilmente definiti / accesso.
* Richiede poca memoria
* Multilingue
...ed altro ancora.



 
Scheda completa e istruzioni per il download in questa pagina



6.- Mule-UCS è un sistema di codifica universale per Mule.

Mule-UCS è una libreria Emacs Lisp per definire schemi di codifica/decodifica con regole di traduzione abbastanza semplici. Mule-UCS fornisce a Emacs un meccanismo di codifica flessibile e comprensibile.



La definizione di Unicode Mule-UCS fornisce diversi sistemi di codifica per rappresentazioni esterne ed alcune API per altre librerie Lisp Emacs. Sono supportati UTF-8, UTF-16 e UTF-7.




Scheda completa e istruzioni per il download in questa pagina




 7.- Nano e Nano-tiny editor di testo per Gnu.
Un editor di testo testuale particolarmente efficace e semplice da usare è GNU Nano, ed è presente in tutte le distribuzioni GNU/Linux.
Per lanciarlo è sufficiente lanciare il comando nano seguito dal nome del file che si vuole modificare. Se ad esempio vogliamo editare il file/etc/X11/xorg.conf che controlla il funzionamento del server grafico (con i diritti di amministratore), digitiamo:

N.B. per maggiore leggibilità e formattazione della pagina è consigliabile usare l opzione -w per editare file di configurazione
# nano -w /etc/X11/xorg.conf
Si aprirà l'interfaccia di nano

Scheda completa e istruzioni per il download in questa pagina
 


8.- Ncurses (new curses) è una libreria di funzioni software che gestisce il display di un'applicazione su un terminale a caratteri..

Ncurses (new curses) è una libreria di funzioni software che gestisce il display di un'applicazione su un terminale a caratteri.

Essa fornisce un'API, che supporta funzionalità grafiche e l'utilizzo del mouse su un terminale a caratteri in modo indipendente dalle caratteristiche del terminale stesso.

Queste librerie appaiono alquanto ostiche anche se in realtà sono di una faciltà e comodità sconcertante.

Scheda completa e istruzioni per il download in questa pagina
9.- nedit, NEdit (Nirvana Editor) .



Nedit è un un editor testuale per Linux distribuito gratuitamente sotto licenza GPL. Indicato per programmatori o sviluppatori che desiderano avere un software stabile e completo di tutte le funzionalità, può essere anche utilizzato da chiunque abbia necessità di scrivere testi velocemente, senza dover utilizzare un prodotto complesso.


Nedit una volta scaricato è subito funzionante. Molto veloce e reattivo nella scelta dei comandi e nella digitazione delle parole, contiene tutte le caratteristiche di un buon editor: evidenziazione della sintassi, illimitate correzioni ("undo"), registrazione di Macro, opzioni avanzate di ricerca e sostituzione.
Scheda completa e istruzioni per il download in questa pagina
10.- OmegaT ritrova la sua principale utilità nella traduzione di testi ripetitivi o con frasi ricorrenti.
OmegaT è uno strumento di memoria di traduzione scritto in Java.

E' un tool che è stato creato per traduttori professionisti.

Non traduce al posto tuo (il software di questo tipo viene chiamato "machine translation software" e dovrai cercarlo altrove).

OmegaT ha le seguenti funzioni:
* Abbinamento fuzzy
* Diffusione dei termini identici
* Elaborazione simultanea di progetti con più file
* Utilizzo simultaneo di memorie per traduzione multiple
* Glossari esterni
* I formati file sono:
XHTML and HTML
Microsoft Office 2007 XML
OpenOffice.org/StarOffice
XLIFF (Okapi)
MediaWiki (Wikipedia)
Testo semplice
* Supporto per Unicode (UTF-8): può essere usato con alfabeti non latini
* Supporto per le lingue che si leggono da destra verso sinistra
* Compatibile con altri software di memoria per traduzione (TMX)

Scheda completa e istruzioni per il download in questa pagina
 

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Come personalizzare Gnome 3 Shell, ecco 15 temi.

Le discussioni su quale tra i desktop disponibili per GNU/Linux sia il migliore è sempre stata una tra le più gettonate tra gli amanti del pinguino.

Alimentata ultimamente dalla diatriba in Ubuntu per l’adozione di Unity e le discussioni su Gnome 3, quest’aspetto del mondo dei sistemi operativi open source non accenna a tramontare.

I motivi per cui può servire cambiare gestore del desktop possono essere molti: prestazioni, comodità, funzionalità ma anche semplicemente per rinnovare un po’ l’ambiente con cui ogni giorno si ha a che fare.

Installazione.


  • Loggiarci come root ("sudo -s").
  • Avviare nautilis. 
  • Copiare il contenuto del tema estratto in:
/usr/share/themes mente le icone in/usr/share/icons .

1.-  Atholm Theme.

2.- Dark Glass.
3.- Ubuntu Ambiance Theme.
4.- Adwaita White Theme.
5.- OS X Lion Theme.
6.- KiK Theme.
7.- Zukitwo Gnome Shell Theme.
8.- Slave.
9.- Nord.
10.- Metal.
metalx-gnome-shell-theme
11.- Elementary Viper Luna.
12.- Capazul.
13.- Orta.
14.- Adwaita



15.- Gnome Shell Theme.
fonte: Ubuntulandia

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Tomahawk ottimo riproduttore audio, totalmente gratuito, dotato di una pratica ed accattivante interfaccia utente.

Tomahawk è un ottimo riproduttore audio,  totalmente gratuito, open source ed utilizzabile quindi su Linux che, mediante una pratica ed accattivante interfaccia utente va a combinare la raccolta locale di musica con quella di diversi popolari servizi disponibili online mediante cui ascoltare in streaming i brani d’interesse.

I servizi supportati sono Spotify, Grooveshark, YouTube, SoundCloud, Jamendo, Official.fm, Last.fm, Ex.fm, Dilandau e OwnCloud e con i file disponibili su 4shared permettendo inoltre di collegare il proprio account Google o Jabber e di riprodurre i file audio presenti nelle raccolte dei propri amici, a patto però che anche loro stiano utilizzando Tomahawk.

Il software consente di ricercare e filtrare i brani musicali preferiti e durante la fase di riproduzione risulterà utilizzabile così come un qualsiasi altro player musicale.
L’applicativo permette anche di ascoltare i brani musicali in cima alle classifiche di diversi servizi musicali, di creare playlist personalizzate o basate sull’umore e, eventualmente, condivisibili anche con gli amici.

Vantaggi:
Il primo vantaggio evidente dell’usare Tomahawk è quello che non avrete più bisogno di diversi player musicali a seconda della fonte delle vostre canzoni.

Il secondo, è che sebbene i servizi di streaming musicali siano enormemente migliorati ultimamente, nessuno ha ancora un metodo di selezione “perfetto”. Combinarli in un solo player per desktop è veramente comodo.

Installazione.
Ubuntu
Tomahawk 0.5.5
PPA for Ubuntu 12.04, 11.10 & 11.04
 

Aprite il terminale e digitate:
  • sudo add-apt-repository ppa:tomahawk/ppa
  • sudo apt-get update
  • sudo apt-get install tomahawk
Aggiungere i PPA in Ubuntu:

ppa repository

ppa repository1
ppa repository3
Screenshots.
tomahawk
Tomahawk 0.3 resolver 1
Tomahawk Linux music player
tomahawk
tomahawk1
tomahawk2
tomahawk4
tomahawk5
tomahawk6
tomahawk9
fonte: Ubuntulandia

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