Il Master Boot Record (MBR), in italiano settore di avvio, è costituito dai primi 512 byte (mezzo Kbyte) dell'hard disk.
È all'interno di questo fondamentale settore del disco che vengono conservati tutti i comandi e le informazioni necessarie al PC per poter avviare il sistema operativo.
In pratica, il software di avvio (meglio noto come firmware) contenuto nella ROM del BIOS carica ed esegue il contenuto del Master Boot Record che a sua volta dispone del necessario per caricare il sistema operativo. All'interno dell'MBR, infatti, è presente la tabella delle partizioni, utilizzata dal sistema per conoscere la struttura del disco (indispensabile per caricare ed avviare il settore di avvio della partizione segnata come attiva) e il boot loader (per GNU/Linux LiLo o Grub) che si occupa, successivamente, di caricare il kernel del sistema operativo.
È possibile visualizzare i messaggi di avvio del sistema?
Durante l'avvio (boot), i sistemi GNU/Linux mostrano a video una serie di messaggi (in alcuni casi, vengono sostituiti da un'immagine e una barra di progressione ma, in genere, per visualizzarli è sufficiente premere Esc). Tali messaggi non sono altro che dati prodotti dal kernel e dagli script di inizializzazione per fornire informazioni riguarda la procedura di caricamento del sistema: riconoscimento e configurazione dell'hardware, esecuzione di servizi fondamentali, avvio automatico di programmi ecc. Si tratta, in pratica, di dati molto utili per eseguire una diagnosi veloce del sistema, per cui è importante poterli consultare all'occorrenza. Per farlo sono disponibili diversi comandi. Uno di questi è dmesg che, eseguito senza argomenti, scorre velocemente le informazioni di boot dall'inizio alla fine. Per cercare una parola in particolare, ad esempio per recuperare informazioni a proposito delle periferiche USB, tale comando può essere associato a grep mediante l'utilizzo di una pipe (simbolo “|”): dmesg | grep usb. Inoltre è possibile visualizzare solo i messaggi del kernel con less /var/log/kern.log, oppure quelli relativi al funzionamento del sistema con less /var/log/syslog. Al posto di less, è possibile utilizzare il comando more.
A cosa serve il comando history?
L'utility history si occupa di mantenere la cronologia (in pratica un elenco organizzato in ordine temporale) dei comandi shell eseguiti dall'utente. In questo modo, nel momento in cui bisogna usare nuovamente lo stesso comando, non è necessario riscriverlo da zero ma basta eseguire history. Immediatamente verrà visualizzato l'elenco dei comandi eseguiti dall'utente fino a quel momento e ad ognuno di essi sarà associato un numero. A questo punto per eseguirne nuovamente uno bisogna utilizzare il punto esclamativo (!) seguito dal numero che lo identifica, ad esempio: !154.
Ovviamente, dipende da quanti comandi sono stati eseguiti, la lista fornita da history può essere anche molto lunga e, poiché il programma si limita a scorrerla dall'inizio alla fine senza pause, è bene associarlo a more o less nel modo seguente: history | more o history | less. Ma esistono ancora altri sistemi per evitare di dover riscrivere comandi già utilizzati.
Ad esempio, basta digitare il punto esclamativo seguito dalla stringa iniziale di uno di essi per ripeterlo senza doverlo riscrivere. Supponiamo di aver eseguito mount -t iso9660 linux.iso /mnt per montare un'immagine ISO. Per ripetere il comando basta eseguire !mount. Infine, ricordiamo che è sempre possibile scorrere lo storico dei comandi utilizzando i pulsanti Freccia-Sù e Freccia-Giù della tastiera: dopo averli individuati basta premere Invio.
Posso personalizzare il prompt della shell?
La configurazione del prompt shell è definita all'interno della variabile di ambiente PS1, quindi per personalizzarne l'aspetto, è necessario modificare il contenuto di questa (ricordiamo che è sempre possibile visualizzare la configurazione corrente eseguendo il comando echo $PS1).
Per cambiare aspetto al prompt è necessario utilizzare alcuni caratteri particolari, ognuno dei quali assume un valore preciso: \t rappresenta l'orario attuale nel formato hh:mm:ss (ore, minuti, secondi); \d è la data attuale; \n l'interruzione di riga; \s il nome della shell; \w la directory corrente (quella in cui ci troviamo); \W il percorso che porta alla directory corrente; \u il nome dell'utente; \h il nome della macchina (hostname); \# il numero del comando attuale; \! il numero del comando nella cronologia della shell; \$ serve per inserire il simbolo # per root e $ per gli utenti comuni; \nnn è la notazione ottale del carattere che si vuole visualizzare; \\ aggiunge una barra obliqua inversa (backslash) singola; \[ segna l'inizio di una sequenza di controllo; \] segna la fine di una sequenza di controllo.
Capito il significato dei simboli è possibile passare alla personalizzazione del prompt. Ad esempio, il comando seguente:
export PS1='\u@\h:\w\
fornisce un prompt di questo tipo (quello più comune):
nome_utente@nome_host:~$
Ovviamente, è possibile utilizzare combinazioni diverse dei simboli in modo da ottenere il risultato desiderato.
Come si scrivono la tilde e le parentesi graffe?
Per la tilde (carattere ~) bisogna utilizzare la combinazione di tasti Alt Gr+ì, mentre per le parentesi graffe Alt Gr+7 per quella aperta (simbolo {) e Alt Gr+9 per quella chiusa (simbolo }). Caratteri speciali aggiuntivi si possono ottenere con Alt Gr in combinazione con altri tasti, oppure con Alt Gr+Shift+altri tasti. Ad esempio: Alt Gr+Shift+c stampa il carattere ©, Alt Gr+Shift+r visualizza il simbolo ®, Alt Gr+Shift+9 serve per scrivere ±, Alt Gr+Shift+o stampa a video Ø e così via. Inoltre, è possibile modificare la configurazione dei pulsanti della tastiera utilizzando i comandi xmodmap in ambiente grafico e loadkeys per la shell, oltre che attraverso gli strumenti grafici a corredo di KDE e Gnome.
Come si usa il comando man?
L'utility manserve per poter visualizzare e consultare le pagine di manualeo man page, cioè la documentazione a corredo dei programmi che ne spiega dettagliatamente sintassi e funzionamento (secondo la filosofia GNU/Linux e Unix in generale, ogni comando dovrebbe essere accompagnato da questo tipo di documentazione). In pratica, se non si conosce il funzionamento di un determinato programma, questo vale in particolare per i comandi di base, il primo posto dove cercare informazioni a riguardo è proprio questo. Tra l'altro, molte pagine di manuale, prima disponibili solo in lingua inglese, sono state tradotte in italiano. Accedere alla documentazione è semplicissimo: basta eseguire manseguito dal nome del comando. Ad esempio, per mountla riga di comando è: man mount. Per cercare all'interno di tutta la documentazione solo le pagine contenenti una stringa particolare, il comando diventa: man -k parola_da_cercare, nel caso specifico man -k mount. Addirittura, il comando man può essere utilizzato per convertire le pagine di manuale in formato PostScript(.ps), bisogna solo utilizzare l'opzione -t e redirigere l'ouput su un file: man -t mount > file.ps. Oltre a man sono disponibili i comandi whatise apropos che servono allo stesso scopo.
fornisce un prompt di questo tipo (quello più comune):
nome_utente@nome_host:~$
Ovviamente, è possibile utilizzare combinazioni diverse dei simboli in modo da ottenere il risultato desiderato.
Come si scrivono la tilde e le parentesi graffe?
Per la tilde (carattere ~) bisogna utilizzare la combinazione di tasti Alt Gr+ì, mentre per le parentesi graffe Alt Gr+7 per quella aperta (simbolo {) e Alt Gr+9 per quella chiusa (simbolo }). Caratteri speciali aggiuntivi si possono ottenere con Alt Gr in combinazione con altri tasti, oppure con Alt Gr+Shift+altri tasti. Ad esempio: Alt Gr+Shift+c stampa il carattere ©, Alt Gr+Shift+r visualizza il simbolo ®, Alt Gr+Shift+9 serve per scrivere ±, Alt Gr+Shift+o stampa a video Ø e così via. Inoltre, è possibile modificare la configurazione dei pulsanti della tastiera utilizzando i comandi xmodmap in ambiente grafico e loadkeys per la shell, oltre che attraverso gli strumenti grafici a corredo di KDE e Gnome.
Come si usa il comando man?
L'utility manserve per poter visualizzare e consultare le pagine di manualeo man page, cioè la documentazione a corredo dei programmi che ne spiega dettagliatamente sintassi e funzionamento (secondo la filosofia GNU/Linux e Unix in generale, ogni comando dovrebbe essere accompagnato da questo tipo di documentazione).
In pratica, se non si conosce il funzionamento di un determinato programma, questo vale in particolare per i comandi di base, il primo posto dove cercare informazioni a riguardo è proprio questo.
Tra l'altro, molte pagine di manuale, prima disponibili solo in lingua inglese, sono state tradotte in italiano. Accedere alla documentazione è semplicissimo: basta eseguire manseguito dal nome del comando. Ad esempio, per mountla riga di comando è: man mount. Per cercare all'interno di tutta la documentazione solo le pagine contenenti una stringa particolare, il comando diventa: man -k parola_da_cercare, nel caso specifico man -k mount.
Addirittura, il comando man può essere utilizzato per convertire le pagine di manuale in formato PostScript(.ps), bisogna solo utilizzare l'opzione -t e redirigere l'ouput su un file: man -t mount > file.ps. Oltre a man sono disponibili i comandi whatise apropos che servono allo stesso scopo.